Selinunte: Parco Archeologico vista mare

Situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia, il Parco Archeologico di Selinunte è tra i più grandi d’Europa. Culla della storia ellenica tra scorci e rovine dei templi suggestivi racconta un viaggio alla scoperta di una delle più importanti colonie greche del tempo.

Selinunte Parco Archeologico

La Storia

Una distesa di circa 277 ettari di territorio fece da sfondo all’ascesa e alla disfatta stessa di Selinunte la cui storia si racchiude in diverse tappe.

I coloni di Megara Hyblea (l’attuale Augusta), guidati da Pammilos partono alla volta della Sicilia occidentale, alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali e fondano la colonia di Selinunte, un ricco emporio, il cui nome deriva dal termine “Selinòn” che indica le foglie d’apio, un prezzemolo selvatico abbondantemente rigoglioso sulle sponde del fiume Modione, pianta incisa anche sulle monete selinuntine per la sua tipicità. Selinunte si afferma come Apoikia, colonia di popolamento, sul cui suolo si ergono l’Acropoli e il Santuario della Malophoros, viene poi fondata la subcolonia di Eraclea Minoa. È l’inizio della gloria di una fiorente colonia greca, la quale coltiva le proprie mire espansionistiche che convergono in molteplici scontri, uno in particolare che vede opposti due imponenti compagini: Segesta, appoggiata da Cartagine e Atene e Selinunte, appoggiata da Siracusa, Gela e Agrigento.

Complice il mancato arrivo delle alleate siciliane, la battaglia decisiva vede la vittoria del cartaginese Annibale Magone e la disfatta di Selinunte, ormai saccheggiata, e nonostante i tentativi di ripresa sfruttando l’alleanza con Siracusa, la colonia è ormai nel giogo cartaginese. Successivamente i cartaginesi arricchiscono la colonia di elementi punici, ne ristrutturano la zona dell’acropoli e il vecchio centro urbano della Manuzza diventa necropoli.
Durante la prima guerra punica, nonostante i rinnovati tentativi di liberazione Selinunte chiese aiuto ai Romani, finendo però in balìa degli stessi. Termina così l’epoca fiorente di una delle più gloriose colonie della Sicilia greca.

Parco archeologico di Selinunte

I Templi di Selinunte

Il sito archeologico si suddivide in sette aree, distribuite in un percorso ricco di templi, santuari e costruzioni in stile dorico, alcune conservate in modo conforme, di altre se ne custodiscono i resti.

Tuttavia ancor oggi si coglie l’impronta greca di una avanzata cultura urbanistica che imprime una progettualità ricercata alle costruzioni del sito.

Centrale è l’Acropoli, in cui si innalzano fortificazioni su un altopiano calcareo, che a sud, si apre in uno strapiombo sul mare.
Continua con la Collina di Manuzza, in cui pare si trovasse anche l’Agorà, la collina di Gaggera – che ospita il santuario di Malophoros, dedicato alla dea della fertilità, stazione di cortei funebri e luogo di sacrifici – e la collina Orientale, conclude il percorso la Necropoli, che è l’area delle tombe. Inoltre, a pochi km da Selinunte imperdibili sono le note Cave di Cusa, anticamente conosciute come “Ramuxara” o cava calda. Questa potrebbe essere la prima tappa da percorrere in quanto i grandi pezzi di calcarenite e le mastodontiche fette di colonne dei templi ritraggono la brusca interruzione delle costruzioni a causa della conquista punica del 409 a.C.

È interessante toccare con mano i materiali, e attraversare zone rimaste ormai ferme ad allora, mai più ricostruite, individuare tutte le fasi di lavorazione della pietra, dalle prime incisioni, ai blocchi finiti e pronti per il trasporto.

Templi di Selinunte

Templi A ed O – Posti sulla collina dell’acropoli presentano caratteristiche architettoniche tanto simili da renderli quasi identici. Sul pavimento del pronao del Tempio A si rinvengono raffigurazioni simboliche appartenenti al culto dei punici, come la Dea fenicia Tanit.

Tempio C – È il più antico tra i templi presenti nell’area dell’acropoli dedicato al dio Apollo, oggi sono visibili 14 delle 17 colonne originali, si pensa svolgesse funzione di archivio

Tempio D – Situato all’interno dell’acropoli, dedicato alla dea della saggezza Atena, mostra un’evoluzione nelle tecniche di costruzione tuttavia è presente un altare non in asse al Tempio, ciò fa presagire che fosse già presente un altro luogo di culto.

Tempio E – Dedicato ad Hera, sito sulla collina Orientale, oggi vanta la conservazione migliore, pur avendo subìto diverse modifiche architettoniche in tempi più recenti, dello stesso si conservano alcune metope figurate, rappresentative episodi salienti della mitologia greca. Oggi accoglie eventi e concerti in un’atmosfera mozzafiato.

Tempio F – Sito anch’esso sulla collina Orientale, è tra i templi che ha subìto più spoliazioni nel corso degli anni, e dunque tra i più piccoli, ma conserva una certa peculiarità per l’orientamento dell’ingresso principale rivolto ad est, caratteristica unica e riconducibile soltanto a questa costruzione, tra le ipotesi più accreditate il motivo di tale unicità risiede nell’esigenza di nascondere riti dei misteri dionisiaci ai profani o di proteggere i doni votivi,

Tempio G – Tempio dedicato a Zeus, di cui rimangono rovine, in particolare una colonna erta denominata “lu fusu di la vecchia”, oggetto di leggende e racconti.

Tempio R – Scoperto di recente, oggetto di studio dell’università di New York.

Al calar del sole si può apprezzare al meglio il gioco di luci sulla pietra, un caldo arancione, che riflette la rete di colonne e rovine, è possibile muoversi all’interno del sito a bordo di un trenino colorato che regala un’escursione comoda e piacevole oppure per gli amanti dell’avventura si consigliano acqua, pranzo a sacco e crema solare, per le lunghe camminate che accompagneranno un salto nel tempo di più di duemila anni.

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